All’indomani dell’indegna affossatura al Senato del disegno di legge (ddl) “Zan” Michele Serra, concludendo su la Repubblica il suo commento alla gravissima assenza di Renzi, prudentemente impegnato in Arabia Saudita col pretesto dei suoi, peraltro cospicui, interessi professionali ed economici, ha definito il senatore di Rignano “la più clamorosa svista di tutti i tempi nella storia della sinistra italiana”. Lasciando da parte l’analisi delle responsabilità di questo e dei tanti innegabili errori commessi da quella che ci ostiniamo a chiamare sinistra, nonché delle eventuali attenuanti, dobbiamo ritenere che il giudizio espresso da Serra sia più che benevolo perché Renzi è qualcosina in più: una mina vagante. Sembra geneticamente programmato al tradimento. Colpì alle spalle Letta una prima volta, strappandogli il premierato, poi ha tradito Conte, Zingaretti e di nuovo Letta con i franchi tiratori al ddl “Zan”. Chi oggi, da destra, gode delle sue ultime stilettate stia attento perché prima o poi potrebbe capitare anche a loro.
Lo scopo di Renzi è oggi quello di occupare il centro dello schieramento parlamentare, convinto di essere il più astuto e di potersi agevolmente disfare dei suoi concorrenti: Calenda, parte di Forza Italia e dei gruppi misti. Come stratega lo abbiamo visto fallire in occasione del referendum costituzionale da lui improvvidamente personalizzato. Ciononostante studia percorsi tattici anomali per raggiungere un potere adeguato al suo sproporzionato ego. La scandalosa caducazione del ddl “Zan” è, secondo molti commentatori, il segnale che Renzi, ancora una volta, vuole ritagliarsi il ruolo di king-maker mostrandosi disponibile, insieme alla destra, a “promuovere” Draghi al Colle. Ovviamente contrario allo scioglimento anticipato delle Camere, farebbe di tutto per fare affidare l’incarico di formare il nuovo governo a una personalità di suo gradimento e quindi disposta a consentire a Renzi, con la nomina di ministri o altro, di salire almeno un po’ nei sondaggi per poi affrontare le inevitabili elezioni da una posizione di maggior forza, capace insomma di conquistare il centro. Inutile aggiungere che, nel caso insperabile in cui Mattarella si rendesse disponibile ad un reincarico, il nostro Machiavelli di provincia non avrebbe esitazioni a tradirlo perché la sua rielezione lascerebbe Draghi al governo, rendendo difficile la crescita di Italia Viva. Renzi passerebbe dal ruolo, forse a suo tempo occasionale, di king-maker della presidenza Mattarella a quello sciagurato di regicida.
La sua manovra verso il centro sarebbe certamente favorita da una riforma elettorale proporzionalista, ma anche quella mista in vigore gli lascerebbe forse lo spazio di pendolare secondo le proprie convenienze ora a destra ora a sinistra. E tutto questo, comunque, fin quando manterrà un minimo, siamo ormai al fondo del barile, di credibilità personale. Le sue lucrose scorribande all’estero stanno finora scandalizzando solo la sinistra perché la destra intrattiene rapporti non meno opachi, sotto il profilo del finanziamento illecito dei partiti, ormai da tempo (vedi i viaggi in Russia di Salvini e co., i rapporti della Meloni con Steve Bannon, ecc.). Solo la sinistra si pone correttamente il problema di valutare se l’attività di conferenziere di Matteo Renzi non sia in contrasto con l’art. 54 della Costituzione che al secondo capoverso recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.” Peccato che questa norma rimane una prescrizione astratta perché non prevede conseguenze per i trasgressori. D’altra parte anche se fosse sanzionabile, l’immunità parlamentare richiederebbe comunque un’autorizzazione a procedere da parte del Parlamento che, la storia recente ce lo insegna, sarebbe negata: le aule sorde e grigie della Camera e, ancore più, del Senato sono diventate “un manipolo di bivacchi” grazie alle liste elettorali bloccate. Ancor più sottile sarebbe poi la censura, non meno grave, dell’atteggiamento ambiguo col quale Renzi si prostra e ringrazia capi di stato di provata crudeltà. Ma la destra sembra lontana un miglio dal criticare i comportamenti di questo “sbarazzino” senatore della Repubblica. Del quale si libererà solo quando ne avrà scoperto l’assoluta e velenosa inaffidabilità. A meno che non accada, come nel proverbiale caso degli scorpioni, che il Nostro commetta un nuovo, definitivo, suicidio politico.
Perfettamente d’accordo. Un uomo pericoloso!