Nella Storia recente, come in quella passata, si sono presentate tante occasioni nelle quali le comunità, le nazioni e la società in generale si sono divise in due: tolemaici e copernicani nel ‘500, interventisti e neutralisti in Italia alla vigilia della Grande Guerra, votanti ed astenuti nelle elezioni democratiche negli ultimi anni. Le due parti in cui ciascuno si è riconosciuto o si riconosce non sono quasi mai come le due metà di una mela. Spesso si sono manifestate, nella bipartizione, minoranze più o meno ristrette. In questi casi si istituisce un rapporto quantitativamente squilibrato tra una massa dominante ed una minoranza più o meno ristretta nella quale spesso si innestano élite intellettuali. Che queste élite si rivelino, col senno di poi, lungimiranti o vengano clamorosamente smentite è cosa imprevedibile.
Queste elementari considerazioni trovano largo spazio nell’attuale situazione pandemica a proposito dei no-vax e di tutti gli atteggiamenti negazionisti che li accompagnano. Chi appartiene alla predominante platea dei vaccinati è portato, di tanto in tanto, a chiedersi: ma è possibile che quel 20% di non vaccinati abbia ragione? Il dubbio non è infondato perché in un modo o nell’altro questa minoranza martella quotidianamente l’opinione pubblica. Sarà lo spazio che le danno le reti televisive (troppo e maldestramente gestito da conduttori) o forse l’autorevolezza degli intellettuali, anch’essi puntualmente presenti sui teleschermi, che ne sostengono o ne giustificano le ragioni, fatto sta che il messaggio della minoranza ha una risonanza di molto superiore a quello più ovvio della maggioranza. Non che questi liberissimi pensatori trovino ascolto nelle fasce no-vax più popolari, ma certamente fanno da sponda a soggetti di media o anche buona cultura che si sentono confermati nel loro sospetto verso il vaccino.
Infastidisce in questi personaggi la difesa, ad ogni costo e quindi anche oltre ogni ragionevolezza, delle loro posizioni di principio. Cacciari, ad esempio, pur dicendo di ispirarsi a valenti costituzionalisti, ne ha poi vestito i panni confondendo però i diritti degli ammalati con l’obbligo di tutelare la salute pubblica. Contrario al green pass si dice favorevole all’obbligo vaccinale, pur sapendo che è una chimera impraticabile.
Non parliamo di quanto poi indisponga il tono spesso sprezzante delle affermazioni di Cacciari e di buona parte degli intellettuali attestati sulla sua posizione. Talvolta si ha l’impressione che la logica delle loro riflessioni sia molto personale e tutt’altro che oggettiva. Sere fa, ospite di “In onda”, su La7, Carlo Freccero ha dichiarato fieramente che lui non si è vaccinato perché ha chiesto consiglio a Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina nel 2008, considerato da molti un’autorità ma criticato dalla comunità scientifica per aver, nel tempo “promosso una varietà di teorie pseudoscientifiche basate su prove insufficienti (in tutto o in parte)”, come ci racconta il suo profilo Wikipedia. Dal quale apprendiamo che Montagnier è stato anche un promotore della teoria del complotto secondo cui il Covid-19 sarebbe stato creato deliberatamente e poi sfuggito da un laboratorio. Ed è proprio il complottismo il filo rosso che unisce Montagnier a Freccero il quale, nel corso del medesimo intervento televisivo, ha chiarito come le campagne di vaccinazione e tutto ciò che le ha accompagnate in termini di riduzione delle libertà (lockdown, obblighi vaccinali e green-pass, immaginiamo) altro non sono che l’inizio del “Grande Reset”.
Il Grande Reset è un progetto che, prendendo le mosse dalla proposta formulata nel 2015 da Klaus Schwab, direttore del Forum economico mondiale, riteneva urgente dare inizio alla “quarta rivoluzione industriale” con lo scopo di “reimpostare e rimodellare” il mondo per dar luogo ad uno sviluppo sostenibile, in grado di combattere il cambiamento climatico, la disuguaglianza e la povertà. Programma, questo, che ha innestato, come tutti i progetti ambiziosi e di grandissima portata, l’idea del complotto internazionale volto all’affermazione di un “nuovo ordine mondiale”. La “teoria della cospirazione” è stata diffusa, manco a dirlo, da americani di estrema destra e da gruppi legati a QAnon, sigla di una teoria del complotto, anch’essa di estrema destra, secondo la quale esisterebbe un’ipotetica trama segreta organizzata da un presunto “Deep State” per contrastare l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i suoi sostenitori. Il tutto è stato ampiamente smentito dalla stampa internazionale (complice del complotto mondiale?). Freccero dovrebbe allora dirci se il capitalismo come lo abbiamo sin qui conosciuto non debba essere al più presto indirizzato nel senso della sostenibilità ambientale e dell’uguaglianza sociale, oppure spiegarci come un simile obbiettivo possa essere realizzato senza un accordo di tutto il sistema produttivo mondiale, perché, diciamoci la verità, più l’accordo è planetario più suscita sospetti.
La posizione di Freccero e compagni rispetto alla vaccinazione non è molto diversa. Condividevano, evidentemente, l’impostazione annunciata nel Regno Unito da Boris Johnson, poi fortunatamente abbandonata, che poggiava sull’acquisizione naturale dell’immunità di gregge anche a costo di qualche centinaio di migliaia di decessi. Un recentissimo rapporto dello stesso parlamento britannico ha poi giudicato “fallimentare” la gestione della pandemia da parte di quel governo.
Questi cattivi maestri dovrebbero invece fare un bagno, non dico di umiltà, ma di comune buon senso. Dovrebbero accorgersi di quanta superbia si annida nella loro pretesa di aver consultato le fonti più attendibili: Freccero ascolta Montagnier e non si chiede come mai migliaia di colleghi, tra i quali forse qualche altro Nobel, gli dànno torto sostenendo vivamente la necessità di vaccinarsi. Dovrebbero inoltre suggerire soluzioni alternative a quelle adottate dal governo e da loro aspramente criticate, evitando di proporre rimedi ancora più indigesti, come nel caso dell’obbligo vaccinale in sostituzione del green pass. Tutti peccano poi di presunzione considerando, evidentemente, chi si è vaccinato un imprudente, tanto per essere gentili, senza considerare che la percentuale di questi vaccinati supera l’80% della popolazione. Preda del proprio narcisismo, non li assale mai il dubbio che forse stanno sbagliando loro?
Ed infine i nostri acuti osservatori dovrebbero scusarsi pubblicamente per la robusta mano che stanno offrendo al peggiore squadrismo permettendo, ad esempio, alla Meloni, abile sovvertitrice della verità, di ergersi a paladina della libertà e di evocare “gli anni più bui della storia italiana” sorvolando candidamente sul Ventennio.
Grazie a Elio Mottola per l’interessante e condivisibile articolo.
I “cattivi maestri”, quali i citati Cacciari e Freccero, manifestano anche – e non è cosa di poco conto – una insospettabile e deludente mancanza di logica rigorosa, una sorta di corto circuito del ragionamento. Confondono i piani di intervento e di critica: un conto è essere contrari ad un obbligo generalizzato ed un altro ritenere il proprio, sia pur “fondato”, arbitrio paradigma di libertà universale. Quanto al “grande reset” e al piano di realizzare un “nuovo ordine mondiale”, la cosa appare più come esercizio di fantapolitica che un’analisi critica e attenta della realtà.