Diario di un vaccinato rassegnato alla quarta ondata: 30 settembre 2021

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Non se ne abbia a male Mattarella se, per quanto ci risulta, molti napoletani ieri sera hanno tifato per il Chelsea, ospite della Juventus nella sua partita di esordio nella Champions League. Si, è vero, siamo tutti italiani ma bisognerebbe ricordarlo soprattutto ai tifosi delle squadre del nord che insultano regolarmente il Napoli e i tifosi che lo seguono in trasferta. In settimana si è registrata anche la sconfitta del Milan ad opera dell’Atletico Madrid a San Siro, stadio che non fa eccezione alla regola di coprire di improperi la nostra squadra, pur senza raggiungere i vertici di sublime volgarità cui attingono a Verona, a Bergamo o a Udine. Ma la soddisfazione per questa sconfitta, peraltro immeritata, non avrebbe mai potuto raggiungere la gioia suscitata dalla sconfitta della Juve davanti al suo pubblico di fanatici.

Il fatto è che lo squadrone torinese è la bestia nera del Napoli da numerosi decenni e non solo perché gli ha scippato qualche scudetto ma anche perché raccoglie tifosi in tutta la Campania e nel meridione in generale. Come dimenticare l’ostilità che i cilentani, presso i quali trascorrevamo le vacanze estive nel 1986, manifestavano apertamente nei confronti della nazionale argentina di Maradona? Idolo della tifoseria napoletana dopo il primo scudetto conquistato dal Napoli grazie al suo straordinario talento, l’avversione nei suoi riguardi era probabilmente un residuo storico del risentimento verso la capitale del Regno nutrito da chi riteneva, non a torto, di averne subìto per secoli lo sfruttamento.

L’insofferenza dei tifosi partenopei nei confronti di questa squadra è accresciuta anche dallo strapotere economico che la accomuna ai più ricchi e potenti club europei, insieme all’Inter e al Milan. E se consideriamo, come se non bastasse, la sua arroganza nelle sistematiche proteste per supposti errori arbitrali, si può immaginare quanto siano gradite le sue figuracce, non ultima l’iniziativa di costituire quella “Superleague” poi bocciata dalla Fifa. Quanto potrebbe poi incidere una sonora sconfitta della Juve sul prestigio internazionale conquistato dall’Italia dopo gli straordinari successi sportivi di questa estate che, pare, avranno un effetto positivo anche sul PIL, è questione irrilevante per i tifosi napoletani che le hanno gufato contro. La Juve, così come la maggior parte delle squadre europee ricche e meno ricche, è costituita in larga misura da giocatori stranieri: non può quindi avvalersi del marchio DOC (denominazione di origine controllata) e quindi rappresenta solo in parte l’Italia, con la conseguenza che una sua sconfitta non comporta alcuna riduzione del PIL. Anche Draghi può quindi stare tranquillo: un effetto infinitesimo potrebbe esserci solo in caso di esclusione dalla Champions League, esclusione peraltro sacrosanta visto che l’accesso della Juve alla massima competizione calcistica europea fu reso possibile solo da una “macumba” di origine misteriosa che paralizzò il Napoli, suo concorrente, impedendogli di vincere l’ultima gara dello scorso campionato. Coscienza quindi tranquilla per quei napoletani che ieri si sono augurati la sconfitta della Juve anche se inutilmente, visto che la Juve ha vinto. Avranno invece di che essere soddisfatti quei tifosi, molto più pratici di noi giustizialisti del calcio, che vedono il Napoli avvantaggiato dal prosieguo degli impegni europei della squadra torinese oltre che delle due milanesi.  

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