Esiste ancora una “pregiudiziale antifascista”?

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Il deputato leghista Claudio Durigon (Fonte: https://www.camera.it/leg18)

Lo scorso 4 agosto, al Lido di Latina, durante un evento elettorale per le amministrative, nel presentare il leader leghista Salvini, il deputato Claudio Durigon, Sottosegretario di Stato per l’Economia e le finanze, proponeva che il parco della sua Latina, attualmente intitolato ai benemeriti magistrati Falcone e Borsellino, tornasse a chiamarsi “Parco Arnaldo Mussolini”, fratello di Benito e direttore amministrativo del quotidiano Il Popolo d’Italia.

Con questa proposta il deputato leghista Durigon è riuscito a dare una precisa rappresentazione politica di sé sia con riferimento al rispetto per la nostra Costituzione antifascista, alla quale ha giurato fedeltà in occasione della nomina a sottosegretario, sia in relazione al livello del proprio personale impegno di contrasto alla mafia, di cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono stati rigorosi ed indimenticabili esempi. L’ingiustificabile proposta di offuscare la memoria dei due Magistrati a favore di un fascista getta un’ombra indelebile su quanto convinta possa essere la posizione del deputato Durigon sul tema della lotta alla mafia. Sotto quest’aspetto è pure preoccupante il silenzio finora registrato da parte dei vertici leghisti.

La reazione alla proposta indecente di Durigon non si è fatta attendere. Il Fatto Quotidiano ha promosso una petizione – diretta a Presidenza del consiglio dei ministri e al Governo Italiano – con la quale si chiede di revocare immediatamente al deputato Claudio Durigon le deleghe da sottosegretario all’Economia. A sua volta, il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha chiesto le sue dimissioni, definendo le parole di Durigon “aberranti” perché volte a cancellare “anni di lotta alla mafia per restaurare il ricordo del regime littorio”. Altri esponenti politici hanno espresso veementi critiche contro le dichiarazioni di Durigon.

È ragionevole attendersi che, passate le festività ferragostane, il premier Draghi sarà chiamato ad esprimersi sulla vicenda, non fosse altro per il fatto che Enrico Letta (PD) e Giuseppe Conte hanno esplicitamente chiesto che il deputato Durigon faccia un passo indietro per incompatibilità col ruolo di rappresentante delle istituzioni.

Infatti, siccome Durigon è esponente del Governo Draghi, quest’ultimo dovrà necessariamente dirimere ogni dubbio sul fatto che la sua compagine governativa sia ancora intrisa – come ha chiesto Jacopo Rosatelli su MicroMega – di una sana “pregiudiziale antifascista”, nel senso di “volontà di marcare un distanziamento dall’estrema destra da parte di forze che si considerano – e indubbiamente sono, malgrado tutti i cambiamenti di nome e identità politica – figlie della storia dei partiti che hanno combattuto la Resistenza e poi scritto la Costituzione repubblicana. Una pregiudiziale – lo si dica una volta per tutte a scanso di equivoci – frutto non di un pregiudizio, ma di un giudizio storicamente fondato e, si potrebbe dire, politicamente fondativo: il ripudio del fascismo e di tutto ciò che, direttamente o indirettamente, a esso si richiama.”

Una netta presa di posizione da parte del premier Draghi su questa invereconda vicenda potrebbe rappresentare un utile contributo alla questione richiamata da Sergio Pollina su questo giornale: «il vero, grande, problema che affrontiamo oggi è che non vi è mai stato, dopo la caduta del regime, un processo per lo meno storico su ciò che era accaduto al Paese, ma, invece, un “riciclaggio” di tutti i suoi vecchi marpioni, velocissimi nel cambiare casacca dall’oggi all’indomani».

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