Malgrado le molteplici rassicurazioni e i diffusi scongiuri, il covid non demorde. Chi sostiene che ormai ce l’abbiamo alle spalle dice una banalità: i virus ce l’abbiamo effettivamente alle spalle sotto specie di polmonite interstiziale e lo sapevamo già. Che la campagna di vaccinazione sia finalmente decollata è un fatto positivo ma non risolutivo. Il problema, come tutti sanno, sono le varianti, le innumerevoli varianti che spuntano come funghi in ogni parte del mondo. L’ultima che ci risulta è quella di Bagnacavallo, per fortuna innocua. Per anni ed anni non abbiamo conosciuta altra variante che la Variante di Valico Firenze-Bologna, chiodo fisso negli anni ‘90 e finalmente realizzata solo nel 2016, una volta accertato che Di Pietro era ormai lontano dalla politica attiva.
Con le varianti in atto bisognerà che ci rassegniamo a cantare, sulle note della famosa canzone del 1918 (parole e musica del nostro illustre concittadino Armando Gill; poiché ne fu anche il primo interprete, alcuni lo considerano il primo cantautore italiano), “Come pioveva”, questi nuovi versi: “C’eravamo vaccinati per un anno e forse più. C’eravamo poi infettati, non ricordo come fu”.
Questo lungo corpo a corpo tra nuove varianti e vecchi vaccini richiederà uno sforzo organizzativo. Potrà essere necessario, ad esempio, devolvere le vaccinazioni agli amministratori di condominio, previo corso di formazione (si tratta in fin dei conti di una puntura su un braccio). Non appena ricevuti i vaccini, l’amministratore convocherà i condomini a voce, e non con la canonica raccomandata, ed effettuerà quindi le vaccinazioni ai presenti redigendo, come d’obbligo, apposito verbale. L’iniziativa sarebbe encomiabile anche perché ciascun condomino, debitamente informato dai verbali, saprebbe a chi poter stringere la mano e a chi no. E se ne gioverebbe anche il tracciamento. Bisogna che qualcuno informi di questa possibilità il generale Figliuolo prima che se ne torni sul Monte Grappa.
Per il momento è comunque necessario che ciascuno completi il proprio ciclo di vaccinazione. Mia moglie ed io non sappiamo ancora dove. A noi non dispiacerebbe che si attrezzasse allo scopo la farmacia sotto casa, quella che abitualmente frequento, come i lettori ben sanno, per gli approvvigionamenti sanitari ma anche per seguire le ultime novità in fatto di denominazione di farmaci e prodotti sanitari in genere. Le ultime scoperte sono più che incoraggianti: ho incrociato negli scaffali un “Bruciacal” che, per fortuna, brucia calorie: potevano essere anche calli. Con un po’ di immaginazione possiamo prevedere ad opera dello stesso, perverso inventore di questi nomi, un “Bruciacul” per le emorroidi. È poi comparso uno stravagante e forse malizioso “Fexallegra” che, se pur liberato da ogni allusione, non ha nulla di allegro essendo un antiallergico.
Ed infine, “last but not least” (che non c’entra nulla col detersivo per i piatti), ho visto campeggiare su uno scaffale il “Pontefix” che è un collante per protesi dentali mobili ma che tira in ballo irrimediabilmente la figura del “Pontifex”, il Santo Padre, il quale, se è consentito manomettere il nome di un glorioso dentifricio, userà per l’igiene dei suoi denti, senza alcun dubbio, la “Pasta del Vaticano”.