Altra sconfitta, e questa volta gravissima, che si dovrà provare a recuperare, con un notevole dispendio di energie fisiche e mentali. Energie che purtroppo sembra ci manchino, e forse, in maggior misura, quelle mentali. Sia chiaro, il Granada ha vinto meritatamente anche se, forse, un 2 a 1 sarebbe stato risultato più giusto e più facilmente recuperabile al ritorno. Ma ha vinto, e anche agevolmente, senza fare molto, per carità, ma con idee chiare e con una volontà che a noi sembra mancare. Certo, continuiamo a giustificare gli azzurri perché la mancanza di Manolas, Hisaj, Petagna, Ospina, Lozano, Koulibaly, Ghoulam, Demme e Politano, che si aggiunge durante la gara, a chiunque deve sembrare più che un alibi, una tragedia, calcistica, ovvio. Fra gli assenti ci sono i due centrali di difesa titolari, i due attaccanti Mertens e Petagna, e quel Lozano che era il più in forma di tutti. Se togliamo dalla rosa di qualunque squadra di vertice tanti giocatori, e in tanti ruoli fondamentali, non crediamo possano rendere al meglio. E non è solo una questione di valori in campo ma anche la mancata possibilità che si possano far riposare giocatori costretti a giocare, da mesi, una gara ogni tre giorni. Aggiungiamo che Osimhen non è al massimo della forma perché un fermo di 90 giorni non si recupera in una settimana e perché, rimesso in campo troppo presto, ancora gioca con una fasciatura per il problema alla spalla.
Eppure la squadra messa in campo da Gattuso era, senza alcun dubbio, più forte degli spagnoli ma, e credo che dobbiamo farcene una ragione, mancando 9/10 titolari, non si può pretendere una forma ottimale dagli altri. Ma c’è ancora la mancanza di gioco, di idee, di schemi chiari. Perché? Beh, anche qui, se non hai mai la rosa al completo, se non puoi mai giocare con lo stesso modulo, non avrai mai un’identità ben precisa. Spesso devi adattare giocatori in ruoli non propri, devi cambiare schemi senza avere il tempo di provarli in allenamento ed è chiaro che il buon Gattuso è costretto a fare scelte che a noi sembrano errori ma che, più probabilmente, sono dettate dalla situazione che questa squadra sta vivendo. Ora affrontiamo l’Atalanta a Bergamo e poi di nuovo gli spagnoli e corriamo il rischio di uscire definitivamente da tutte le competizioni. Bisogna che tutto l’ambiente si stringa intorno ai giocatori e non gli facciano mancare il supporto di cui hanno bisogno. Tifosi, giornalisti, commentatori (quelli onesti) e, soprattutto, la società, facciano sentire la vicinanza a quelli che sono rimasti in gioco, senza se e senza ma. Per gli approfondimenti, per la ricerca di responsabilità, ci sarà tempo e modo.
Il vero problema, la mancanza di calciatori carismatici e di riferimento.
Il Napoli ha tanti ottime individualità ma non fanno squadra.
Manca la spina dorsale e un team di manager , da solo oggi non si và da nessuna parte “caro presidente”.
Il padrone del pallone non sempre è il più bravo.