Diario di un “sorvegliato speciale”: 26 dicembre

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Che tenerezza! Una volta tanto Trump aveva ragione. La promessa del vaccino anti-Covid entro dicembre non era una delle solite balle propagandistiche alle quali ci aveva abituati lungo i quattro anni di follia pura che ha regalato al mondo. Da domani il vaccino delle Pfizer-Biontech sarà disponibile in tutta Europa e molti leader politici si vaccineranno in diretta televisiva. I più diffidenti sospettano che nelle siringhe utilizzate per l’occasione ci sarà soltanto una soluzione fisiologica. Certo, c’è chi non nasconde qualche perplessità sulla sicurezza di questo vaccino specie per quel che riguarda la temperatura a cui deve essere conservato, salita a -70 gradi dopo che qualche buontempone l’aveva fissata a -90. Sospetti non infondati aveva sollevato anche la cessione di un bel pacchetto azionario della Pfizer da parte dell’amministratore delegato Albert Bourla (omen nomen) all’indomani dell’annuncio della messa a punto del vaccino.

Sarà comunque decisivo attendere le prime fasi di somministrazione che, com’è noto, riguarderanno il personale sanitario e i soggetti a rischio. Poi si passerà agli over ottanta e la cosa probabilmente si fermerà lì. E non tanto per l’eventuale rifiuto di chi, sotto gli ottanta, si sente ancora giovane, ma piuttosto perché la struttura sanitaria che ci ritroviamo, unita alla proverbiale incapacità organizzativa, permetterà a stento di vaccinare gli ultraottantenni entro il 2021. L’anno successivo saranno vaccinati coloro che avevano settantanove anni nel 2021 e raggiungono gli ottant’anni nel 2022. E così via. A me toccherà nel 2026 e a mia moglie alcuni (non saprete mai quanti) anni dopo. Sempre che si riesca a sopravvivere al Covid e alle altre malattie classiche, ormai in controtendenza.

Aspettando gli sviluppi di questa incerta prospettiva mia moglie ed io ci trastulliamo nell’immaginare a quali dei vaccini in circolazione ci sottoporremmo. Scartato a priori lo Pfizer per via della temperatura di conservazione resta da scegliere tra il Moderna (che evoca un po’ un museo di arte contemporanea) l’Oxford-AstraZeneca, concepito sull’insolito asse Oxford-Pomezia, quello dell’Istituto Spallanzani o il Sanofi. Sono già tanti e tutti sperimentati in tempi record. Se ne attendono altri e prima o poi arriverà anche qualche vaccino artigianale messo a punto, che so, dalla farmacia di Casandrino. La presenza di troppi vaccini comunque disorienta e la scelta sarà avventurosa fin quando non se ne conosceranno gli effetti collaterali e la durata dell’immunizzazione. Il che vorrà dire attendere un numero imprecisato di mesi e forse di anni. Insomma un vero rebus che allontanerà molti dall’idea di vaccinarsi. Ma poi, sarà possibile scegliersi il vaccino più gradito o bisognerà piegarsi alla pianificazione del sistema sanitario nazionale? E quindi addio immunità di gregge. Anche perché noi italiani siamo caratterialmente individualisti e diventiamo gregge solo quando scorgiamo in qualche pastore virtù magiche o taumaturgiche scoprendo poi che si tratta di un cialtrone o di uno psicopatico. L’immunità di gregge si potrà ottenere solo rendendo obbligatorio il vaccino. Oppure incentivandone l’accesso col sorteggio di premi milionari se non addirittura compensando i vaccinati con accrediti diretti sui loro conti correnti, come è ormai di prassi. Allo stato non possiamo che rimanere fedeli al nostro vaccino antinfluenzale ed a quello contro lo pneumococco che ci permettiamo di consigliare a tutti: anche lo pneumococco non scherza quando si incazza.  

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