Il presidente cubano Miguel Díaz Canel, insieme all’ex presidente nonché lider del Partito comunista, Raul Castro, ha annunciato che dal 1° gennaio 2021 a Cuba sarà eliminato il sistema della doppia moneta. Attualmente infatti sull’isola caraibica esistono due valute: il CUP, ossia il peso cubano, ed il CUC, il peso convertibile, creato nel 1994 ed usato principalmente dagli stranieri e negli scambi con l’estero. L’abolizione della doppia valuta lascerà dunque solo il peso cubano, CUP, ad un tasso di cambio di 24:1, 24 CUP per un dollaro.
Ci si chiede dunque perché, dopo più di 26 anni, il Paese abbia deciso di prendere questa importante decisione. Senza dubbio, lo scopo primario, specialmente a causa degli effetti economici che la pandemia sta causando, è quello di accelerare un processo già annunciato da anni, per cercare di attrarre gli investimenti stranieri ed far crescere il settore del turismo, mitigando così la grave crisi economica che l’isola sta vivendo. A partire da quello che è stato definito il “giorno 0” c’è un tempo di 6 mesi per cambiare i CUC nelle banche e nei negozi dell’isola.
Tutto ciò sicuramente non sarà esente da conseguenze: in primis l’inflazione e la probabile svalutazione della moneta che il Presidente cubano ha precisato sarà accompagnata da un aumento dei salari e delle pensioni per mitigare l’aumento dei prezzi di molti prodotti, mantenendo allo stesso tempo fissi a livello centrale alcuni beni di prima necessità come il latte per bambini, l’elettricità ed il carburante. Il Paese si trova in un momento molto delicato, non solo per lo stop al turismo causato dalla pandemia ma anche per l’attuale crisi che sta vivendo il vicino Venezuela e per il protrarsi dell’embargo economico sempre più anacronistico che continua a schiacciare l’isola caraibica.
“Ribadiamo l’importanza di questa scelta, che metterà il Paese in condizioni migliori per realizzare le trasformazioni richieste aggiornando il nostro modello economico e sociale per garantire a tutti i cubani la massima parità di diritti e opportunità“; queste sono state le parole del presidente Diaz Canel dopo aver annunciato la misura economica.
La storica decisione pone fine alla dicotomia che chiunque abbia visitato Cuba ha vissuto sulla propria pelle: il CUP ad uso interno nella fragile economia della popolazione cubana, contrapposto al peso convertibile, utilizzato da stranieri e turisti, con valore pari al dollaro. Senza dubbio la riforma nel breve termine potrebbe dar luogo ad alcuni problemi per la popolazione, soprattutto per i lavoratori privi di regolari contratti di lavoro, ad esempio i lavoratori a domicilio, i venditori ambulanti, i collaboratori domestici, ma nel lungo periodo potrebbe rappresentare una scelta valida, in quanto il sistema della doppia valuta ha creato, specialmente negli ultimi anni, forti distorsioni nell’economia dell’isola. Questa decisione è solo uno dei numerosi provvedimenti che il governo cubano sta mettendo in atto, cercando di rendere l’isola più forte ed indipendente dal punto di vista economico, nonostante gli scossoni dei vicini Paesi latino-americani.
Ricordiamo la riforma di pochi mesi fa, che prevedeva il riconoscimento della personalità giuridica alle piccole e medie imprese private, mantenendo allo stesso tempo la pianificazione e la supervisione a livello statale centralizzato. In questo modo l’isola continua ad affacciarsi al mondo, preservando e mantenendo allo stesso tempo i tratti distintivi che le hanno permesso di sopravvivere dal 1959. Primo tra tutti la sua grande resilienza e la volontà di proseguire con la difesa della propria economia e, perché no, della propria unicità sul panorama internazionale. Cuba si apre al mondo, sperando che presto, se ci fosse qualche sviluppo sul tema “embargo”, anche il mondo possa aprirsi a Cuba.