L’autoisolamento preventivo crea qualche scompenso. Fin quando non ti abitui, hai dei momenti di noia se non proprio di smarrimento. Per ammazzare il tempo mia moglie si cimenta in preparazioni culinarie ardite. Ma, visti i risultati, bisognerebbe ammazzare ben altro: per esempio, chi ha pensato la ricetta, chi l’ha pubblicata, e mi fermo qui perché preferisco invece elogiare il coraggio di chi ha tentato di realizzarla. Per non gettare niente si mangiano quindi le pietanze più assurde, di cui manco gli chef più stellati saprebbero concepire idea. Ma bisogna pur sopravvivere al Covid (e, si spera, anche agli esperimenti di mia moglie). Quindi si tollera l’ingestione dei più improbabili accostamenti. Per fortuna alcune pietanze, quelle collaudate, riescono a meraviglia e comunque, male che vada, c’è sempre in dispensa la riserva di prelibatezze che rimpiazzo non appena le scorte si assottigliano.
Per fortuna a scongiurare l’incipiente monotonia sono intervenuti due avvenimenti eccezionali veramente: le attesissime elezioni presidenziali negli U.S.A. e l’ultima edizione del DPCM del governo Conte.
Sul primo di questi eventi epocali non avevo più dubbi da qualche giorno. Anche se i sondaggi cominciavano ad allarmare, ero certo della vittoria di Biden da quando avevo visto Salvini che portava la mascherina pro-Trump. Mi è bastato per tranquillizzarmi: da un po’ di tempo Salvini non ne azzecca una ed è quindi facile orientare le proprie previsioni in base ai suoi comportamenti. Ma poi, dico io, come fa un leghista, di schietta inclinazione negazionista, a sponsorizzare quel monumento al negazionismo che è Trump, servendosi nientemeno che di una mascherina? Più infelice di cosi! Comunque un segno evidente dello stato confusionale nel quale versa Salvini dall’agosto 2019, per nostra fortuna.
Biden sembra in netto vantaggio ma, a due giorni dall’inizio dello spoglio, la vittoria non è ancora certa. Quando, finita la giornata, andrò a letto penserò, prima di prendere sonno, alle prossime vacanze al mare, Covid permettendo, alle fresche e tranquille serate davanti al televisore per seguire un po’ di notizie e per sapere se Biden ha finalmente ottenuto i sei voti elettorali che lo separano dalla vittoria. Certo, alla sua età, concludere una performance impegnativa in tempi rapidi è complicato. Ma restiamo fiduciosi.
Sull’altro avvenimento, preso rapidamente atto della sostanziale pertinenza e adeguatezza del nuovo DPCM, abbiamo assistito alle levate di scudi di un bel po’ di presidenti di regione che volevano un altro colore. Tutti volevano scansarsi il rosso e quel rosso ha portato la nostra mente al lontano ottobre 2001 quando divenne legge la riforma del Titolo V della Costituzione proposta da Massimo D’Alema, ancora politicamente rosso o forse già rosa e comunque poco ispirato.