L’Unesco contribuisce a trasformare Cuba in un hub culturale

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Fonte: www.unsplash.com

Recentemente abbiamo parlato di Cuba e della sua apertura dopo il Covid-19, analizzando le riforme strutturali riguardanti il settore privato e le piccole e medie imprese. Ma ora è la cultura la protagonista e l’anello di congiunzione tra Cuba e il resto del mondo. È risaputa la grande attenzione del Paese caraibico per la sanità e l’istruzione, ma è bene sottolineare quanto la cultura sia al centro della vita e della storia cubana. Così la piccola grande isola caraibica sarà la protagonista del programma “Transcultura”, ideato dall’Unesco a cui parteciperà l’Unione Europea.

Proprio nella patria di Eusebio Leal, lo storico cubano scomparso lo scorso luglio, che ha guidato il progetto di restauro dell’Avana vecchia e convinto l’Unesco a dichiararla patrimonio mondiale dell’umanità, sarà creato il primo Polo Regionale di Formazione Culturale: un hub di imprese creative per formare giovani e professionisti dei settori culturale ed artistico.

Il programma è di grande importanza in quanto mira a favorire l’integrazione e la mobilità sia nella regione caraibica che al di fuori di essa. Una sorta di diplomazia culturale, che speriamo possa anche sviluppare opportunità di cooperazione ed aumentare lo sviluppo socio-economico della regione. “La gente ha bisogno della cultura ora più che mai. La cultura ci rende resilienti, ci dà speranza, ci ricorda che non siamo soli”, queste le parole di Ernesto Ottone Ramírez, Vice Direttore Generale per la Cultura dell’UNESCO. Il programma sarà anche un impulso per il settore turistico, con particolare attenzione al patrimonio artistico presente sull’isola. In particolare, si svilupperanno azioni di particolare importanza: sarà restaurato il Convento di Santa Clara per creare uno spazio di formazione per il restauro; si avvieranno corsi di formazioni multi linguistici nel settore culturale; saranno attivate delle borse di studio per incrementare la mobilità e l’accesso nella regione caraibica; si svilupperanno anche lezioni e corsi on-line.

Cuba diventerà uno dei più grandi hub di progetti sociali e culturali dei Caraibi? Ne siamo convinti; anche durante il lock-down che ci ha tenuto bloccati a casa, la cultura è stata una terapia potente per alleviare lo stato di ansia che hanno vissuto molte persone negli ultimi mesi. Anche se virtualmente, tantissimi sono stati i concerti, le mostre e le esibizioni che hanno dato nuova linfa, seppur nella tragicità di ciò che stavamo vivendo. Proprio a Cuba, a metà luglio, si sono tenuti in rete l’Havana World Music ed un concorso musicale “Primera Base” per artisti emergenti. La cultura dunque come cura e rigenerazione.           
In questo quadro, lo scorso aprile, l’Unesco lanciò il movimento globale “ResiliArt” attraverso cui si sono organizzati incontri virtuali con professionisti del mondo della cultura per riflettere sulle risposte che sono nate durante la pandemia da Covid-19 per mantenere in vita il settore artistico e culturale. Ora più che mai, dunque, la cultura e l’arte devono essere il collante per salvaguardare e sviluppare le diversità culturali. Il programma “Transcultura”, quindi, porterà Cuba a vivere un periodo di grande fermento, che speriamo possa dar voce non solo alla grande vivacità culturale ed intellettuale dell’isola, ma anche, perché no, richiamare l’attenzione sull’isolamento che il Paese continua a vivere dal punto di vista economico e politico. Una diplomazia culturale, quindi, che spesso riesce laddove altri non possono.

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