La storia del fumetto in Italia: viaggio nel futuro

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Nathan Never (Fonte: http://www.moviesbook.it/nathan-never-diritti-bonelli/)

Dylan Dog si affianca al già consolidato successo editoriale di Tex e permette alla Sergio Bonelli Editore di accrescere sempre di più l’importanza della propria realtà editoriale, nonostante la crisi che, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, investe il mondo del fumetto. Chiude i battenti, ad esempio, la “Renzo Barbieri Editore”, specializzata nel produrre fumetti per adulti, e chiudono testate storiche come Il Monello, Albo Blitz e Intrepido.

Nel 1991 la Bonelli propone per la prima volta – se si esclude la breve vita di Judok, creato alla fine degli anni Sessanta dalla mente vulcanica di Gian Luigi Bonelli – per le matite di Giovanni Ticci, una serie ambientata nel futuro: Nathan Never. La serie viene ideata da Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna, simpaticamente etichettati come “i tre sardi”, che si erano già “fatti le ossa” in passato sulle pagine di Martin Mystère e Dylan Dog.

È un progetto ambizioso che richiede alcuni anni di preparazione perché, nelle intenzioni degli autori, Nathan Never dovrà essere una serie destinata a modificare alcuni capisaldi della casa editrice, e lo farà attraverso un percorso molto complicato con l’editore che fino a quel momento si era sempre dimostrato molto restio nell’intraprendere nuove strade narrative. Vediamo in Nathan Never, ad esempio, una costruzione delle tavole che si allontana in maniera abbastanza evidente dal classico “modello bonelliano”. Cambia la struttura grafica e stilistica e viene introdotta, per la prima volta, un’articolata continuità narrativa che collegherà in un filo conduttore gli avvenimenti raccontati all’interno dell’intera serie, fino ai nostri giorni. Con Nathan Never facciamo un salto nel futuro di circa 200 anni. Il personaggio della testata è un ex poliziotto dal passato tormentato. Una sera, mentre era con la sua amante, la sua famiglia viene aggredita da uno psicopatico al quale stava dando la caccia e che, in questo modo, aveva intenzione di vendicarsi. La moglie, Laura, viene trucidata, e la figlia Ann, rapita dallo stesso. Il dolore al suo ritorno a casa farà sì che i suoi capelli mutino il proprio colore, diventando completamente bianchi. Il rimorso che lo accompagnerà per tutta la vita lo porterà a cambiare il proprio carattere evolvendo in un atteggiamento cupo e solitario. Tempo dopo riuscirà ad avere la meglio sul criminale e a liberare la figlia che, però, in seguito a questi eventi, ha perso l’uso della parola e si è immersa in un mondo tutto suo, distaccato dalla realtà. Il cambiamento riportato è anche fisico, perché a bloccarsi sarà anche la sua crescita. Per pagare le costose cure richieste dalla clinica nella quale è ricoverata la figlia, Nathan Never entra a far parte di un’agenzia privata di sicurezza, l’Agenzia Alfa, che opera in una città articolata su più livelli, in un’ambientazione cupa ispirata al film cult Blade Runner. L’Agenzia Alfa si muove anche su alcune stazioni orbitanti e su colonie spaziali che circondano il nostro pianeta, create in seguito ad un evento che lo aveva colpito alcuni decenni prima con una immane catastrofe ambientale.

Legs Weaver (Fonte: https://comicvine.gamespot.com/legs-weaver/)

Un altro elemento innovativo della serie è l’importanza data alla coralità dei personaggi comprimari che ruotano a fianco del protagonista assumendo praticamente il ruolo di personaggi principali nella struttura stessa della serie. Sarà proprio uno di questi comprimari, Legs Weaver, che nel 1995 debutterà in edicola con una serie tutta sua, e ci resterà fino all’ottobre 2005. Ispirata all’energica Ellen Ripley del film Alien di Ridley Scott, Legs è una donna dal carattere forte e deciso che, a sua volta, sarà protagonista di ulteriori importanti cambiamenti della casa editrice. Intanto perché la serie ha come protagonista una donna e poi perché, essendo la protagonista omosessuale, andrà a toccare per la prima volta tematiche che fino a quel momento erano state fuori dall’ordinario per i canoni “bonelliani”.

Cocco Bill (Fonte: https://www.amazon.it/GRANDI-COMICI-DEL-FUMETTO)

Verso la fine del XX secolo un’altra iniziativa inconsueta viene promossa dalla casa editrice. Viene, infatti, creata una nuova collana annuale di fumetti umoristici intitolata I grandi comici del fumetto. Il primo numero, del 1997, è un omaggio a Benito Jacovitti e al suo Coccobill. Seguono altri personaggi come Leo Pulp, una rivisitazione in chiave umoristica dei classici della letteratura hard-boiled alla Dashiell Hammett o Raymond Chandler creata da Claudio Nizzi, ormai al timone di Tex, come erede di Gian Luigi Bonelli, e creatore di Nick Raider, di cui abbiamo già parlato. I disegni di questa nuova serie sono affidati alle abili mani, e allo stile grottesco di Massimo Bonfatti, reso famoso al grande pubblico con personaggi storici come Lupo Alberto e Cattivik.

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