Giocare senza stimoli e obiettivi non deve essere facile per nessuno. Il dopo lockdown del Napoli è stato fantastico, se pensiamo che abbiamo vinto la Coppa Italia contro Inter e Juventus, e non era facile. Ecco, lì avevamo la voglia di far bene perchè ci giocavamo un trofeo e, Gattuso in testa, ci tenevamo. Sembrava avessimo assorbito anche il fatto che si giocava a porte chiuse, altra cosa che, a distanza di tempo, sembra non darci la necessaria spinta per giocare con la dovuta intensità. È vero, questi sono professionisti e dovrebbero sempre dare il massimo con o senza tifosi al seguito, con o senza obiettivi ma, e abbiamo il dovere di capirli, sono anche giovani e sapere di dover giocare una partita importante tra circa 15 giorni, dove tutti vorrebbero scendere in campo, non aiuta a rischiare un infortunio o un affaticamento muscolare. Il pericolo però che gli azzurri si abituino a questi ritmi di gara c’è e non crediamo sia cosa buona e giusta. Se pensiamo ora di dover affrontare Sassuolo, Inter e Lazio con la squadra demotivata, corriamo il rischio di prendere una “imbarcata” da qualche parte che non farebbe bene per il morale di tutti quelli che saranno a Barcellona (?) a cercare di battere una squadra fortissima.
Contro il Parma, è vero, abbiamo giocato senza una punta centrale vera tant’è che Ringhio ha schierato al centro dell’attacco quel Lozano da cui ci aspettavamo, sia pure fuori posizione, giocate migliori. L’ha tolto dopo una ventina di minuti per scambiargli la posizione con Politano. È andata meglio a destra ma forse peggio al centro. E infine ha fatto entrare Callejon al centro dell’attacco ma quest’ultimo è sembrato più evanescente degli altri. Non tutta colpa loro se consideriamo che il Napoli, da un po’ di partite, ha preso a palleggiare nella metà campo avversaria per fermarsi ai 20 metri e tornare indietro dai due centrali di difesa. Gioco lezioso quanto mai inutile perché, intanto che noi ci incantiamo nei nostri stessi palleggi, le difese avversarie si schierano talmente bene da chiudere tutti gli spazi, ammesso che i “nostri”, avendone, sapessero sfruttarli. Detto questo, non vogliamo neanche parlare dell’arbitraggio del “solito” Giua (ricordate il Lecce?) perché siamo stanchi e annoiati di dover fare l’elenco dei torti subiti. Anche questo sta diventando “stucchevole”. E non capiremo mai perché la società non protesti mai seriamente e, aggiungiamo, continuativamente, su fatti che, per l’incidenza che hanno e hanno avuto dall’inizio di questo campionato, ci danneggiano in modo troppo pesante. Con noi i torti arbitrali non si bilanciano mai a fine campionato e qualcuno dovrebbe dare delle risposte. Torniamo a noi: pensiamo seriamente che le ultime tre giornate di campionato debbano vederci più intensi, più cattivi, più veloci per andare in Spagna a giocarcela, perlomeno.