Napoli secondo in classifica

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Il Napoli nel girone di ritorno è secondo in classifica a pari punti con la Juve e dietro di un solo punto all’Atalanta delle meraviglie (in tutti i sensi). Prima dell’arrivo di Gattuso eravamo nella seconda parte della classifica e ora viaggiamo a un ritmo inaspettato. Ma Gattuso ancora deve lavorare sulla testa, più che sulle gambe, dei giocatori perché non è facile, senza stimoli e senza obiettivi particolari, tenere la concentrazione alta fino a fine campionato. Eppure bisogna farlo se si vuole arrivare alla sfida con il Barcellona con la giusta forma.

Contro il Genoa, nel primo tempo, abbiamo visto un Napoli notevole e capace di condurre la frazione di gioco con il 75% di possesso palla, su un campo che vedeva avversari che avevano assoluto bisogno di punti, e non era facile. Nel secondo poi non l’abbiamo visto più, sembrava fosse rimasto negli spogliatoi. E non va bene, un calo così vistoso, contro una squadra più attrezzata di quella ligure, porterebbe a sconfitte gravi. Ma il Mister calabrese, fortunatamente, ha una rosa completa di tanti giocatori ritrovati e, se consideriamo che Callejon non ha messo piede in campo e al suo posto abbiamo potuto veder giocare prima Politano e poi Lozano, non possiamo che essere soddisfatti. E poi Elmas, che sia pure con momenti di distrazione, come altri, nel secondo tempo, sembra avere tanta fiducia in se stesso da provare sortite in area avversaria impensabili fino a qualche tempo fa.

Non sappiamo se questa squadra, cosi com’è, riuscirebbe a lottare per lo scudetto l’anno prossimo ma, e questo è certo, molti di questi uomini devono rimanere. Siamo convinti però che mai come ora il Napoli avrebbe bisogno di due o tre top player per innalzare significativamente il tasso tecnico di tutta la rosa, portando classe, carattere, grinta, voglia di vincere e di combattere su ogni palla. Un paio di giocatori che sappiano convincere tutti che non si lascia niente agli avversari e si tiene alta la concentrazione per 95 minuti. Non esaltiamoci quindi, come solo noi sappiamo fare, per un periodo che ci vede giocare bene e vincere con continuità (la sconfitta con l’Atalanta ci poteva stare) perché le grandi squadre si vedono alla distanza e sono quelle che fin dal fischio d’inizio fanno capire agli avversari di turno che quella che stanno per giocare è una partita che li vedrà soffrire fino alla fine. Noi non ci siamo ancora: troppe distrazioni, troppi passaggi a vuoto, e infiniti appoggi sbagliati in costruzione che, oltre a fare danni, fanno pensare agli avversari di potercela fare. Siamo in crescita e dobbiamo aspettare che Gattuso completi il suo lavoro che è solo all’inizio, con pazienza.

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