Non si capisce più niente! Abbiamo raggiunto il picco? Sì, anzi no. Forse siamo sul plateau, o sul pianoro o sull’altipiano o chiamatelo come volete, ma il panorama che si vede di sotto è desolante: una lunga teoria di numeri che ballano, scendono, salgono e poi riscendono. E così nascono dubbi su quanti sono i contagiati, quanti i deceduti, quanti i guariti (la teoria dei quanti!). Ai numeri non crediamo più: vogliamo i nomi!
Qualcuno ci chiarisce: “Ma i numeri parlano da soli.” Eh no, se io vedo un numero che parla da solo penso che abbia qualche problema. Insomma siamo ormai preda della confusione, che viene per giunta alimentata dalle più strampalate ipotesi sul “perché” del coronavirus. Secondo il presidente del Brasile, nonché deforestatore dell’Amazzonia, Jair Messias Bolsonaro, e delle chiese evangeliche brasiliane che lo sostengono, il coronavirus ce lo ha mandato Satana. E perché? Un castigo inflitto dal demonio all’umanità presuppone che l’umanità abbia contrastato duramente il male, il che non è.
È allora più verosimile la superficialità di Trump il quale, una volta convinto che il virus esiste realmente, lo ha immediatamente interpretato come una punizione divina rivolta però non ad un’umanità che se la sarebbe meritata, ma contro le eretiche aperture professate da Papa Francesco nei riguardi degli omosessuali e dei divorziati, ai quali ha improvvidamente riconosciuto il diritto all’eucarestia.
Qualcuno però ci aveva già da qualche tempo informato circa una cordata capeggiata da cardinali italiani e americani (le “Loro Eminenze” Viganò e Burke, tanto per non far nomi), teologicamente integralista e politicamente sovranista. Il versante politico passa per un ex (?) capo stratega di Trump, Steve Bannon, e raggiunge un paio di oligarchi russi che conducono direttamente a Putin, raccogliendo per strada anche le servili ma interessate profferte di collaborazione da parte di sovranisti europei. Il programma più strettamente ecclesiale è quello di liberare il Sacro Soglio da quella specie di eretico che è diventato, agli occhi degli autoproclamatisi custodi dell’ortodossia, Papa Francesco.
In realtà sbagliano, tanto per cambiare, sia Bolsonaro che Trump: l’origine del virus non è né divina né tantomeno demoniaca ma è esclusivamente e tragicamente umana. È il frutto della sfrenata corsa al profitto che prima o poi porterà alla deriva l’intera umanità, portandosi dietro sia quelli che non si sono accorti dei pericoli incombenti o ne hanno minimizzato la gravità, sia quella minoranza che non è riuscita a frenare lo smottamento in atto ormai da tempo.
Ma non possiamo insistere più di tanto su queste amare constatazioni, benché si sia tentato di sdrammatizzarle ricorrendo a qualche spiritosaggine. La nostra vita quotidiana bombardata da notizie e minacciata da prospettive non allettanti merita infatti di essere rianimata con quanto di positivo vi si può trovare. Anche se è difficile sottrarsi alla forza di attrazione del Covid-19 che rimane comunque al centro della nostra attenzione e ci riesce difficile girare la testa dall’altra parte per non vedere i drammi che sta causando.
È quindi giusto prendere atto che il Covid-19 rappresenta un vero e proprio terno per i mariti pantofolai, specialmente se accoppiati ad una moglie irrequieta, di quelle che amano uscire per shopping o altre occasioni di incontro. Questi mariti sedentari, ai quali viene chiesto di convivere col virus, sarebbero addirittura disposti a sposarlo, una volta cessati lo stato di allarme e lo stato civile. Mentre è una vera sciagura per quanti, uomini e donne, non riuscendo a sottrarsi alla noia si augurano, parafrasando Eduardo: “Adda passà ‘a jurnata”.
A tutti dobbiamo però ricordare che sta per arrivare il 4 maggio, giorno in cui la “Fase 1” dovrebbe essere “sfrattata”. Che succederà dopo? E cosa succederà del nuovo ospedale costruito nell’area della Fiera di Milano dalla Regione Lombardia col decisivo apporto del buon Bertolaso che, una volta contagiato dal Covid-19, vi ha lavorato “da remoto” giorno e notte? Al 15 aprile, risultavano occupati solo 8 dei 53 posti letto costati la bellezza di 26 milioni di euro. Nasce spontaneo un sospetto: non è che la Regione Lombardia vuole anticipare la riapertura delle fabbriche e dei servizi per implementare i ricoveri e giustificare così quello che si va rivelando come il solito spot elettorale della Lega?