Il recentissimo romanzo di Massimo Taras, non nuovo alla scrittura per pura passione, ci trasporta attraverso un viaggio a ritroso nel tempo, in una delle città più belle d’Europa per fascinazione e suggestioni, la Parigi della rinascita sociale e culturale post-bellica del 1948. A far da padrone di casa, a dispetto del nome, è il ponte più antico e romantico della città, il Pont Neuf che attraversa la Senna e ne collega le due rive, la destra e la sinistra. È in questa suggestiva cornice che si snoda la storia, animata da quattro personaggi fondamentali, le cui vite si intrecciano in un’alternanza di situazioni complicate e pericolose. Insieme a loro gireremo per i quartieri storici più famosi, tra Bistrò e Cafè, deliziose librerie e gallerie d’arte de la rive gauche che finalmente riaprono i battenti agli artisti di ogni luogo, ma ci intrufoleremo anche tra i vicoli dove le insidie si annidano in vecchie e malfamate locande. Entreremo nella Prison de La Santé, mastodontico, antico e cupo edificio dalle altissime e possenti mura, dove furono rinchiusi durante l’invasione tedesca anarchici, comunisti, capi storici, politici di rilievo, artisti, poeti e scrittori. Gireremo per le sale de l’Académie du Peintre, la più prestigiosa scuola d’arte di Parigi, in cui a giocare il ruolo del “gran maestro” è Gilbert Gauthier, dotato di un innegabile talento pari solo al suo egotismo. Attorno a lui ruotano giovani pittori come il nostro protagonista, Leonardo Ranieri, detto Mirò, e modelle bellissime, tra cui la spagnola Isabel Gomez dal fascino misterioso con la quale Mirò vivrà una storia d’amore turbolenta e turbinosa.
Poi ci fermeremo più volte sotto i ponti del poderoso fiume dove trovano rifugio i tanti clochard, soprattutto nei freddi e nevosi inverni parigini. Qui Mirò incontrerà Natan, un uomo di origini polacche, schivo e burbero che sopravvive facendo ritratti ai passanti. La sua esistenza, stravolta da un evento tragico e straziante negli ultimi anni di guerra, ormai ha un solo obiettivo: ritrovare chi è stato causa di tanta afflizione. Con lui il giovane riuscirà a intessere un’amicizia profonda che segnerà una svolta imprevedibile, ma salvifica per entrambi.
Grazie alla sua penna elegante, limpida, attenta e coinvolgente, Massimo Taras ci condurrà pagina dopo pagina in una storia di amore, amicizia, di segreti dolorosi, inconfessabili e insospettabili, che si intrecceranno e si tingeranno di giallo sino alle ultime sorprendenti pagine.
Un romanzo intenso che induce il lettore a riflettere su ciò che sta dietro alle apparenze, anche quelle che sembrano più scontate o viceversa più imprevedibili, per scoprire l’essenza dell’esistenza che si cela nel fondo all’animo umano.
Una lettura da non perdere!
Massimo Taras nasce a Ozieri, in provincia di Sassari, nel 1951. Vive tra Nizza e Napoli. Affermato manager nel settore turistico, ha sempre coltivato la passione per la lettura. Si avvicina alla scrittura nel 2012. Molti sono i racconti che, per sua scelta, non ha mai voluto né cercato di pubblicare. Solo nel 2016 pubblica il romanzo Gli anni di Giulia edito da Arpeggio Libero Editrice, un romanzo storico/sentimentale la cui storia si sviluppa nel periodo 1943-1951. Nel 2018 arriva un altro romanzo La ragazza del Triangolo bianco per Bertoni editore per il quale ha ricevuto vari premi letterari, tra gli altri quello Città di Como e Pier Santi Mattarella nel 2019.